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Tre dimensioni in tutti i sensi, ecco di cosa tratta la mia installazione: ciò che in superficie sembra immacolato e perfetto, nasconde al suo interno ferite, patimenti e sangue. Nella mia opera « guardami dentro 2 » vi sono quattromilatrecentoventi moduli. Essi rappresentano cellule epidermiche, quasi scaglie umane, sollevate per poter guardare in profondità.
La profondità dell’uomo si riesce a contattare più sulla corda del dolore che del piacere. Il dolore tutti lo conosciamo ed è linguaggio comune.